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  • Immagine del redattoreSerena

Quando il body-positivity è solo ipocrisia

Tanto tempo fa, mi ricordo, c'era stata una polemica sulla magrezza eccessiva delle modelle: corpi al limite dello scheletrico, le ossa della gabbia toracica sporgenti e il viso scavato.

Allora, l'opinione pubblica ha pian piano maturato la consapevolezza di quanto sbagliato questo modello fosse, di quali ripercussioni avesse sui più giovani e sull'idea di bellezza che questi avevano. Fin qui, niente di sbagliato. Se non fosse che adesso sento dire frasi raccapriccianti come: grasso è bello!

No, grasso non è bello, come non lo era l'eccessiva magrezza.

Ora, questo branco di perbenisti ha dato al loro atteggiamento anche un nome, o meglio un nome lo ha rubato: body positivity.

Peccato che il body positivity non sia questo e, messo così, sembri più che altro una barriera di vetro dietro la quale si cerca di nascondersi, con i propri chili in più.



 

IL body positivity è un movimento nato in America- e ti pareva- che cerca di dare a ciasuno un approccio positivo al proprio corpo, qualunque esso sia. Niente di sbagliato ovviamente, anzi. Ama te stesso è il grande dogma e non lasciare che nessuno ti etichetti per come sei fisicamente: per la bocca piccola, per il colore della tua pelle, perchè sei grasso o magro, perchè hai un seno troppo grande o troppo piccolo. Tutti i corpi hanno pari dignità. Semplice, lineare, mega giusto. Questa teoria- che avrebbe potuto anche non diventarlo, una teoria, sarebbe bastato un po' di buon senso- ha però delle derive inquietanti.

Pseudo femministe (?) dell'ultima ora che si riempono la bocca con questi termini “body-positivity” \ “body-shaming”: è frequente leggere “Questa sono io, non voglio cambiare.” o la variante più apprezzata “le ossa lasciamole ai cani”.

Bene, il body-positivity non è questo. Non crocifiggersi per dei chili in più, accettarsi comunque, non sentirsi per questo di serie B. Ma, e il ma è qua grande come una casa, non vuol dire che tu ti debba porre come modello, come supereroina che combatte contro i canoni severissimi della società. Non sei la Giovanna D'arco degli anni duemila e non perchè, appunto, tu sia brutta o abbia qualcosa in meno, ma semplicemente perchè non sei sana. Come non lo erano quelle modelle che criticavi, troppo magre. Accettarsi non vuol dire non voler cambiare. Puoi essere in pace con te stessa\ stesso e capire comunque che pesare troppo o troppo poco è comunque poco sano.

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