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Immagine del redattoreSerena

Maternità

Quando chiesi di poter prendere la pillola, mi venne detto di no. Quando chiesi di abortire, mi venne detto che la vita è sacra, che se pure mi fossi strappata quel feto non voluto che mi maturava dentro sarei stata al pari di un'assassina. Hai scopato, ti sei divertita? E' il ruolo di una donna! Siamo tutti madri alla stessa maniera. Non sei femmina senza un bambino.

La società mi voleva madre, non donna. Mi voleva gravida, sfatta, voleva che il mio corpo fosse fervido di vita. Il mio corpo non era più mio, non avevo sulla mia pelle nessun diritto. Se prima di quel momento l'avevo usato per ridere, giocare, fare l'amore, per identificarmi e sentirmi donna senza altro, ora il territorio ristretto che mi sentivo io mi veniva espropriato. Dovevo essere madre.


La prima volta che mi resi conto che il mio corpo poteva diventare quello di un genitore, ne provai un orrore composto, che mi montò dentro in un crescendo di odio. La prima volta che mi resi conto che il mio corpo era stato pensato per partorire un essere estraneo da me, per allattare una vita che non era la mia, quando realizzai che la società mi voleva costretta in un'immagine, che non potevo esser io, desiderai strapparmi la possibilità di dar vita. Il mio corpo non era più mio: la pancia mi cresceva sotto le spinte di un alieno, si faceva turgida e lucida come un palloncino. Il seno mi si era gonfiato di latte e bestemmie.


La mia identità era crollata. Guardavo con rancore il mio corpo programmato. Non volevo esser donna, se esser donna voleva dire solo essere madre. La vergogna intensa del seno, dei fianchi larghi, ampli abbastanza da reggere il peso di una gravidanza. Mi scorreva un sangue amaro e scuro, coltivavo pensieri d'odio: che io mi ammazzi il bambino in pancia, pensavo, che muoia perché senta che non lo voglio.


Un uomo mi diceva: lo vuoi. Le altre donne mi dicevano: lo vuoi. Mia madre lo diceva: lo vuoi. Non potevo scegliere. Lo sguardo del dottore quando chiesi di abortire mi fece sentire sporca. Mi disse di no. Mi dissero di no. Nessuno voleva portarsi via quel peso che io non volevo. E il bambino voleva nascere, non aveva più bisogno del mio consenso. Nessuno aveva più bisogno del mio consenso, e il mio corpo non era più mio.





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