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Antonio: la gita in barca. (Parte tre)

Molle, stesa a pancia in giù sul telo, Andrea si immaginava che Antonio la baciasse ancora, lasciava che i granelli tiepidi gli passassero tra i polpastrelli, e ad occhi socchiusi, immaginava di stringergli i capelli nella mano, in una sensazione estranea di prepotenza e voluttà. L'avrebbe cinta per la vita, con le mani calde, sollevata, fatta girare. Le avrebbe detto parole d'amore, lei avrebbe fatto lo stesso con lui, e poi, poi ancora si sarebbero fatti promessa di fidanzamento.

A questo Andrea pensava nelle ora immobili della controra: c'era in lei uno spazio segreto in cui né più Caterina o Simona pretendevano di entrare, pur intuendone l'esistenza. Andrea s'era fatta di improvviso schiva, o meglio: interessata nelle cose sue. Lo stesso Antonio era rimasto fuori da quello spazio: i due non si erano più parlati per qualche giorno e Andrea lo guardava quando usciva dal bar, si sedeva su uno scalino, si accendeva una sigaretta. Guardava la sua immagine perdere nitidezza dietro il fumo, e quella figura sfocata sembrava uscita direttamente dalla sua testa tant'è che presto non seppe più riconoscere quel che era accaduto da quello che aveva solo pensato : se ne innamorò così in maniera disperata e totale. Non distinse più i giorni, il tempo- convenzione umana e banale- fu assorbito da quella nuova dimensione che lei stessa aveva creato, e sembrava vivere assorta in un mondo che non vedeva più.

Passata che fu una settimana, però, qualcosa accadde che la riscuotesse da quell'astrazione; avevano, lei e la madre, finito di cenare in terrazza, e la signora Annalaura si era congedata stringendosi nello scialle di cotone, quando la madre, lasciando cadere la forchetta sulla porcellana del piatto, disse che aveva parlato con Antonio. Lasciò una pausa che ad Andrea sembrò eloquente. Possibile che il suo amore l'avesse così brutalmente tradita? Possibile che non si fosse reso conto che dirlo a sua madre avrebbe voluto dire metter fine alla loro storia?Sentì un formicolio come di paralisi lungo la colonna vertebrale e lasciò che continuasse.

“Domani gli ho chiesto se avesse voglia di portarci su quell'insenatura che si vede dalla spiaggia. Gli ho promesso due spicci, pare si accontenterà.”

La madre era abituata a parlare di tutto con tono sdegnoso: era una signora di mezza età da cui Andrea aveva ereditato la statura, ma se sulla donna essa appariva elegante, slanciata e sensuale, nella ragazza si riduceva ad essere solo disarmonica e goffa. La natura le aveva regalato un'aura carismatica e l'aveva forgiata terribilmente bella, la fortuna l'aveva fatta ricca, vedova di un marito altrettantobenestante.

“Che c'è, Andrea? Non vuoi venire? Ci sono gli scogli per i tuffi”

Giunsero in spiaggia prima del consueto: la madre aveva messo un lungo pareo bianco, e scendeva lungo la passerella in legno come su un tappeto rosso, e Andrea la precedeva di almeno due passi. Antonio, a riva, scioglieva già la barchetta azzurra dalle corde che la tenevano: aveva i pantaloni sollevati sulle caviglie, il torso nudo.

“Buongiorno, signorine” rise, col suo sorriso usuale, come se nulla fosse mai accaduto. Doveva far parte del gioco.

“Buongiorno, Antonio.” rispose la madre, con un tono neutro, in cui né inflessione né accento alcuno potevano scorgersi “Ho portato mia figlia, spero non sia un problema” e senza aspettare che l'uomo dicesse alcunchè, già porgeva la mano perchè l'aiutasse a salire. Antonio montò su senza sforzi con un solo balzo, e con leggerezza sollevò la donna; ad Andrea che li vedeva sembrarono una coppia normale, una moglie e un marito, che si preparavano ad una banalissima gita in barca. Scacciò via il pensiero con fastidio.

“Tu la vuoi una mano, signorinella?” le prese la mano diversamente da come aveva fatto con la donna più grande: la strinse più decisamente, con meno eleganza, quasi a farsi sbiancare le nocche.

Riscese, spinse la barca, i pantaloni ormai zuppi, le spalle abbronzate in torsione. Saltò di nuovo su, prese i remi e guadagnò presto il largo. Lo sguardo di Andrea si posava ora sulla schiena dell'uomo, ora sulla schiuma bianca del remeggio: il mare sembrava assorbire ogni rumore e la barca oscillava dolcemente, dondolando in maniera quasi ipnotica: l'atmosfera si era fatta rarefatta e surreale.

“Andrè, vuoi venire a darmi una mano qui, con i remi? Così tua madre prende il sole”

La ragazza scivolò accanto a lui, muta, prese il remo che gli offriva.

“Guarda, così devi fare” continuò a dire, avvolgendo la sua mano attorno a quell'altra, e imprimendogli un movimento circolare “Così, hai capito?”

Sentì che alle loro spalle la madre si stendeva. Ne immaginò l'enorme corpo al sole, come una nereide greca.

“Si, agg capit” gli rispose, sfiorandogli la coscia. “Guarda, sono brava?”

Antonio rise ma nello sguardo sembrò esplodergli un putiferio. “Si, che lo sei.”

Calò il silenzio e Andrea ebbe paura si potesse sentire il suo cuore battere. La madre da dietro accese lo stereo che si portava sempre dietro; qualcuno cantava sapore di sale, e lei vi sovrappose la voce.

“La infastidisce, se canto? Sa, con questa bella giornata..”

Antonio scosse la testa e le andò appresso, storpiando a gran voce il testo della canzone.

“Sapete” disse ad un punto, quasi mantendo la voce del canto “oggi è davvero una bella giornata! Viene Antonella!”

Chì è chest?”disse Andrea senza pensare, come punta da uno spillo. Tanto sconosciuto e dolce era stato il sentimento fin a quel punto, altrettanto oscura e violenta l’ardeva ora una strana fiamma.

“la mia futura moglie, tra sei mesi ci sposiamo.”

La musica non arrivò più alle orecchie di Andrea.

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