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Antonio: il lido Miramare. (Seconda parte)

Aggiornamento: 13 apr 2020

All'inizio di quegli anni '60, il lido Miramare era ad Amalfi una realtà rinomatissima, con le sue poche file di cabine di legno bianco, una terrazza sugli scogli bassi dove le signore prendevano il sole a primo mattino, il chiosco con le granite e la radio. Andrea ci andava tutti le estati, da fine Giugno fino alla metà di Settembre, quando riprendeva la corriera che la riportava a Napoli: era, per lei che era fatta di sole e salsedine, il momento più triste dell'anno; ella viveva nell'attesa dell'estate e già il primo giorno di Primavera si provava indosso il suo costume nero e quello rosso e blu. Lei e la madre andavano a stare in una pensione vicino al duomo e la signora Annalaura, una vecchina che Andrea ricordava con i capelli bianchi da sempre, concedeva sempre loro una camera con due letti grandi, una vasca, e una finestra che offriva generosamente l'azzurro del mare e le forme ruvide della scogliera in lontananza. Solitamente cenavano nella terrazza comune, beandosi delle chiare sere estive, e tremulavano chiaramente le stelle- stelle che, in vita sua, la ragazza non avrebbe visto mai più rivisto se non lì.

Di quelle fiammele Andrea parlava nei suoi diari che scriveva alla finestra della camera,poco dopo l'alba, mentre la madre ancora dormiva. Attendeva sino alle otto che il sole si scaldasse, si metteva il costume e una vestito a stampe floreali che le svolazzava attorno alle cosce, e correva al Lido: andava a chiamare Caterina, alla cabina 102. Qualche volte si univa a loro anche Simona, la figlia dei proprietari, una ragazzotta bionda dalla faccia un po' sorniona. Si mettevano in quegli anni sotto un tettuccio di paglia e e giocavano a far le ritrose se ogni tanto il gruppetto dei ragazzi le invitava a prendere un gelato al carretto che passava, o a fare una partita a calcio balilla. L'unica volta che avevano accettato, a inizio Luglio, Caterina e Simona si erano messe a fare una pietosa gara per le attenzioni di Agostino, il più grande del gruppo. Agostino avrebbe compiuto 18 anni quell'Autunno ed era l'unico ad avere un poco di barba ad ombreggiargli i tratti del viso, e questo sembrava voler essere- o almeno così lo interpretavano le fanciulle dai 10 a 20 anni – una promessa di magnifica virilità, ed egli ne gioiva, e se ne andava tra gli ombrelloni a petto in fuori, causando sospiri e svenimenti. Qualcuno diceva che il padre già gli avesse trovato un lavoro e presto gli avrebbe fatto lasciare la scuola: questo voleva dir solamente che egli era già uomo e non aveva più nulla a che spartire con i ragazzini.

Agli occhi di Andrea, Agostino e la sua quasi maggiore età non poteva bastare: non più almeno.

Quell'anno era giunto al lido Antonio e nel giro di un paio di settimane al lido Miramare di lui si sapeva già tutto, e se Agostino faceva palpitare il cuore delle ragazze, Antonio aveva carpito l'attenzione delle signore in villeggiatura senza marito: alcuni uomini sogghignavano e raccontavano che il nuovo arrivato accondiscendesse ben volentieri ai capricci delle frequentatrici del lido. Ad Andrea pareva fosse un principe azzurro, con gli occhi celesti e biondo cinereo, o un pescatore, senza vie di mezzo, e non si stupiva che già il suo nome stesse sulle bocche di donne e uomini. Era un amalfitano, e solitamente lavorava nel panificio del paese e da quelle mani rotte veniva il pane più profumato e buono del mondo, poteva giurarlo: quell'estate aveva lasciato in gestione il locale alla sorella, e se ne era venuto a fare il barista al chiosco.

L'estate dei sedici anni è un passo da compiere in punta di piedi: Andrea aveva baciato già un suo compagno di classe ma non valeva, aveva detto alle compagne, perchè questo l'aveva baciata all'angolo della bocca e lei aveva tenuto le labbra serrate.

Antonio si era accorto tra le mille Donne di quella ninfetta demonica, scura e allampanata, i capelli stropicciati: l'aveva avvicinata per non spaventarla nel corso delle settimane tanto lentamente quanto l'aveva poi finalmente baciata, al riparo da tutti.

Andrea stavolta era corsa, con le guance accaldate, a dire alle compagne che aveva dato il suo primo bacio veroma poi tacque quando gli venne chiesto a chi lo avesse dato.

“Lo hai dato ad Agostino?”

“No, chill'u sciem

Dalla radio, Mina cantava qualcosa e Andrea decise che non l'avrebbe mai detto a nessuno, che aveva baciato Antonio.

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